17 luglio, 1942, venerdì:
Ordini ricevuti e dati: pervengono i primi ordini per la partenza della
Divisione per il fronte russo. Il movimento avrà inizio il giorno 26
luglio con la partenza dei primi due convogli, avrà termine il giorno 9
agosto e corrisponderà complessivamente a 52 convogli. Il comando della
Divisione partirà con il convoglio n°3, il giorno 27 luglio alle ore 21,
da Cuneo. Stato atmosferico: cielo sereno. Temperatura: massima + 28,
minima + 17. Firmato: Capo di Stato Maggiore, Colonnello
Lorenzo Navone
E’ il mattino del 26 luglio, è l’estate del
1942, fa molto caldo e alcune persone, nella stazione
ferroviaria di Verzuolo attendono l’arrivo del treno che li
condurrà a Borgo San Dalmazzo, vanno a salutare i propri figli
in partenza per il Caucaso. C’è Maria Salomone, la mamma di
Gianni e Gino Gonzo e, le sorelle di Giuseppe (Notu), Giuliana
e Francesca Fiore con la fidanzata Letizia, vanno a salutare i
loro cari. L’altro fratello, Edoardo (classe 1921) che è nel
Battaglione Mondovì (1° Reggimento Alpini), lo andranno ad
abbracciare la prossima settimana, perché parte con un’altra
tradotta. Gianni, Gino e Giuseppe, sono effettivi del
Battaglione Saluzzo (2° Reggimento Alpini) con sede a Demonte.
Il Battaglione conta circa 1500 alpini, all’alba ha percorso il
tragitto a piedi da Demonte a Borgo San Dalmazzo, la partenza è
nel pomeriggio.
All’arrivo dei parenti, la stazione è già
stracolma sia di militari che di civili, i vagoni son già mezzi
pieni di alpini, mi racconta Giuliana che, altri due fratelli
della collina verzuolese, i fratelli Roasio eran seduti
sull’entrata di un vagone e, coi piedi a ciondoloni ed il fiasco
di vino in mano, cantavano a squarciagola… solo di Verzuolo
erano una trentina, sembrava una giornata di festa, canti,
abbracci, via e vai di penne bianche e nere ma, in tutti, sia
chi salutava che chi partiva, vi era una profonda tristezza…
Avevano tutti il sorriso sulle labbra, ma il cuore gonfio di
lacrime. Le notizie frammentarie e imposte dalla dittatura, che
arrivano dal fronte russo dove, già dal maggio del 1941 il
C.S.I.R (Corpo di Spedizione Italiano in Russia) era impegnato a
fianco dei tedeschi, preoccupavano ogni giorno di più, tutti
sapevano che la missione non sarebbe stata uno scherzo, alcuni,
come Giacomo Roasio di Verzuolo, pur di non essere inviati in
Russia, si fece togliere tutti i denti, ma la maggior parte
accettò il proprio destino….cosa avrebbero potuto fare
diversamente! Più volte me lo sono chiesto, cosa avrei potuto
fare io al loro posto, se non obbedire…non vi era alternativa.
La mamma di Gianni e Gino è preoccupatissima, non
ha più il marito e ora, i suoi figli, tutto ciò che le resta, la
stanno lasciando, li abbraccia, li raccomanda di stare attenti,
di scrivere…non riesce di trattenere le lacrime, è davanti ad
una prova terribile…Anche Giuliana e Francesca con la fidanzata
Letizia, rincuorano il fratello Notu nascondendo con i sorrisi
la loro profonda tristezza. La loro famiglia è composta da
quattro femmine e due maschi, hanno un piccolo podere sulla
collina di Verzuolo, in assenza dei fratelli toccheranno loro
tutte le incombenze maschili…Il papà Francesco, li ha salutati a
casa, qualche settimana prima…la mamma è in cielo da qualche
anno.
Intorno alle 16 di quel 26 luglio ‘42, i possenti
fischi delle locomotive a vapore salutano tutti i parenti che
con lo sguardo seguono nei tanti finestrini i loro figli e
mariti alpini che partono…Inizia una delle vicende più terribili
della Seconda Guerra Mondiale. In totale saranno 52 le tradotte,
che porteranno la Divisione Cuneense in Russia, pari a 17.460
alpini, suddivisi in due Reggimenti (1° e 2° Alpini), sette
Battaglioni (Ceva, Pieve di Teco, Mondovì, Borgo San Dalmazzo,
Dronero, Saluzzo e un Battaglione misto del Genio) e tre Gruppi
(Mondovì, Val Po, Pinerolo)...
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