Signor Baldi,
mi permetto di scriverle queste poche parole di
gratitudine, che spero lei accettera'.
Mi chiamo Francesca, sono ormai vicina ai 30
anni,e la tragedia della Cuneense ha toccato la mia famiglia in
tutta la sua immensa glacialita': mio nonno Ennio, giovane alpino,
parti'nell'estate del 1942,e mai piu'ritorno'. Mio padre aveva
appena 3 mesi;lui,nonno Ennio, non lo conobbe mai. Mio zio, aveva 3
anni. Mia nonna,sposata da appena 3, di anni ne aveva 24. Lo attende
ancora. Nella nebbia fitta che ormai s'e'impossessata della sua
mente, Ennio, l'amato marito, il padre dei suoi due figli, l'amore
dell'esistenza tutta, e'ancora un'immagine vivida e vicina. Io, di
mio nonno Ennio, del quale mio fratello porta il nome, conosco solo
il volto giovane delle fotografie. Conosco le parole dolci che
scriveva alla nonna quando erano fidanzati, e lui si', sapeva
scrivere bene, un talento che in famiglia pare ch'io abbia
ereditato. Ma in questi anni, in questi anni in cui ormai bimba e
ragazza non son piu', e mi rendo conto che il ricordo di chi,
attraverso mio padre, m'ha dato questi occhi e questa bocca, che
tanto somigliano alla sua,potrebbe andarsene con quelli che lo hanno
conosciuto e pianto, ho sentito sempre di piu'il bisogno di sapere
di piu', di conoscere, se non il suo destino, almeno quello che
fece, lui come tanti altri, in quegli ultimi mesi della sua vita.
Quindi grazie.
Grazie per avere aperto una porta su una
tragedia dimenticata da molti, che necessita d' essere ricordata,
onorata, rispettata. Per quelli che non ce l'hanno fatta a tornare,
per quelli che sono tornati e ancora, forse, hanno negli occhi
l'orrore e la paura e il gelo di quei mesi.Per quelle donne e quei
bambini, che, come mia nonna, mio padre e mio zio, hanno perduto un
pezzo di cuore, e un padre. Le sarei davvero grata se potesse darmi
qualche dritta per cercare informazioni,su internet o su libri,
sulla compagnia 101ma del Battaglione Ceva, quella alla quale nonno
Ennio apparteneva. Non c'e'fretta. E non ne senta l'obbligo. Cio'che
ha fatto creando il sito "La Cuneense"e' piu'di quanto molte
famiglie oggi potrebbero sperare. Perche'la gente non legge piu', e
gli anziani che la storia l'hanno vissuta si stanno pian piano
spegnendo. Ma internet si sa, e'un mezzo di comunicazione
attivissimo. E che la memoria continui, anche attraverso siti come
il suo.
Grazie di cuore, Francesca Bezzone
01-05-2008, Dipartimento di Studi Classici e
Medievali National University of Ireland, Galway Ireland
Sono
d’accordo in ogni virgola, in ogni punto, in ogni parola, in ogni
periodo o frase, insomma in tutto ciò che è scritto raccontato dal
grande RICCARDO BALDI di VERZUOLO – CUNEO .-
Gli
Italiani tutti dovrebbero dire tutti GRAZIE in lettere cubitali agli
ALPINI di tutti i reparti.- Dimenticare o far finta di nulla è un
errore enorme e con i tempi che corrono anch’io ho paura.- Grazie a
Dio, però, abbiamo una forza immensa ancora che respira – il CORPO
DEGLI ALPINI, in servizio o non, ma sempre ALPINI sono.-
Gianfranco Veronese, Roma,
Grazie di tutto un forte abbraccio
Giancarlo Zambelli, Reggio Emilia
Ho visto il Suo sito e devo dirLe
che Lei ha fatto un'opera altamente meritoria, dal paradiso di
Cantore credo che Le abbiano fatto un lungo applauso.....
Sono veramente commossa, è quello
che avrebbe voluto vedere anche mio Padre, finalmente vedo
scritto quello che anche io penso e so dai racconti di mio
Padre, prigioniero nel campo 160 di Suzdal: i russi avevano
sistemi sofisticati per eliminare i prigionieri, molto meno
eclattanti di quelli nazisti. Le dico GRAZIE dal profondo del
cuore! Se vuole qualche foto o racconti da pubblicare, in
aggiunta a quanto ho visto, sarò ben lieta di aiutarLa.
Grazie ancora, cordiali saluti.
Cecilia Piccinini, Genova
Gent.mo ...,
Ho appena finito di navigare nelle pagine del sito cuneense.it che
ho molto apprezzato sia per la forma che per i contenuti.
Paolo Plini, Ricercatore CNR, Roma
Grazie, da profondo del cuore per
l'Onore che con questo sito rende ai Nostri Alpini Caduti,
Leonardo Capelli, Firenze
Complimenti per l'ottimo lavoro svolto,
penso che sia l'unico sito completo sulle vicende della Cuneense in
Russia. Con i migliori auguri,
Mario Berardi, Torino.
(...) L’ammiro
tantissimo, per il suo bel sito , ma molto di piu per il lavoro svolto e
la volontà di ricerca nella storia poco chiara
dei nostri parenti in
Russia. (...) Il prossimo
anno a giugno (prevedo) un viaggio nella zona Russa della Cuneese. Non
ho fatto il militare ma mi sento alpino (dopo il nonno Cirenaica e prima
Mondiale, lo zio in Russia, mio padre campo di concentramento in
Germania, mio figlio San Rocco Cuneo TUTTI ALPINI).
La saluto vivamente e
la ringrazio sentiamoci.
Mandrile Giuseppe, Peveragno,
Cuneo
Vorrei complimentarmi per il grande
lavoro storico, ma soprattutto per il valore morale che traspare dal
sito.
Cordialmente
Buonasera,
la ricerca di notizie mi ha portato a visitare
il Suo sito. E' veramente ben fatto, completo e commovente! Complimenti
e grazie.
Con commozione ringrazio, Silvana
Nicolucci (Forlì) nico.si@libero.it
Egr. Sig. Baldi,
sto visitando il suo sito e leggendo la varia
documentazione riportata. La ringrazio e la elogio per l'ottimo lavoro
svolto e per l'impegno nel cercare di tenere desta la memoria di una
delle pagine più drammatiche del nostro Esercito ma direi dell'Italia
intera, su cui sarebbe delittuoso calasse la tenebra dell'oblio.
Una breve considerazione. Leggendo la lettera di
Togliatti del 11 giugno 1948, riportata all'interno dei documenti del
processo D'Onofrio, mentre nutro seri dubbi sull'affermazione che i
prigionieri sovietici subissero la sorte indicata, poiché mi risulta che
sul fronte orientale i Nazisti preferissero "soluzioni locali"
utilizzando le famigerate Einsatzgruppe, constato che invece non si fa
alcun riferimento al destino riservato ai prigionieri russi rientrati in
patria per i quali, spesso, si sono aperte non le porte di casa ma i
portoni dei gulag sovietici.
Ringraziandola nuovamente Le porgo distinti
saluti. Andrea Nori Rimini
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