Il 14 gennaio
1943, reparti della 3a Armata Russa del generale K.S. Moskalenko,
rompono il fronte sud dell'8a armata, occupando Kulikova e Silino. Il
genarale Battisti intuisce immediatamente il pericolo e chiede
l'autorizzazione a ripiegare - l'autorizzazzione viene negata -
Il 15 gennaio
i Russi attaccano con carri armati il settore del XXIV corpo d'armata
tedesco, (che era a sud della Julia, prima della Cuneense) sfondandolo e
puntano su Rossosch, sede del Comando Alpino... In quel frangente, un Battaglione
Complemento appena giunto da Garessio - Cuneo (i Battaglioni erano due, partiti il 31
dicembre erano stati formati il 20 giugno 1942, ogni Battaglione
comprendeva 4 Compagnie, uno venne fermato alla frontiera
italo-austriaca, salvandolo dal macello), entra immediatamente in battaglia, la metà di loro resterà sul
campo... Nella notte i carri russi ripiegano da Rossosch
Tra il 15 e 16
gennaio i Russi attaccano la Tridentina che respinge gli attacchi, ma a
nord, la 2a Armata Ungherese cede e i russi sfondano con mezzi
corazzati.
Il 16 gennaio
i Russi ritornano all'attacco di Rossosch con ingenti forze, alle ore 12
sono padroni della città -- Da questo momento tutto il Corpo di
Armata Alpino sta per essere accerchiato e chiuso in una "sacca" -
Nei tre attacchi di sfondamento, i russi usarono 754 carri armati del
tipo T34. Questi carri pesavano oltre 30 tonnellate e disponevano di
mitragliere pesanti e cannone da 76 mm, la loro corazza era spessa 50
mm. Il supporto dell'artiglieria consisteva in 810 bocche da fuoco, di
cui 300 cannoni di grosso calibro. Gli italiani disponevano di 47 carri
armati da 10 tonnellate, 132 bocche da fuoco di cui 66 cannoni. già da
questi pochi dati si evince l'enorme disparita d'armamento tra i due
eserciti, senza contare le armi leggere: parabellum automatici contro
moschetti a 6 colpi.
Il 17
gennaio alle 16,30-17 giunge per la Cuneense l'atteso ordine
di ripiegamento. I primi battaglioni a mettersi in marcia sono: il "Ceva",
il "Mondovì" e il "Dronero"…durante la notte la retroguardia è fatta
segno di attacchi da parte di partigiani, il "Saluzzo" infligge loro
gravi perdite. Lo scopo del ripiegamento era quello di attestarsi il più
velocemente possibile tra Valuijki e Rowenki, in modo da potersi
schierare in difesa del fronte nord-est. Alla Tridentina e al XXIV corpo
di armata tedesco, venne dato ordine di ripiegare in direzione
Podgornoe-Opyt. La Cuneense con il Vicenza dovevano dirigersi verso
Popovka, la Julia a nord di Rossosch.
Il 19
gennaio, alle 10 del mattino, il generale
Battisti s'incontra in una casa di Popowka con il generale tedesco
comandante il gruppo Rheingold. I due generali prendono la decisione di
abbondanare la direzione di ripiegamento che era stata loro assegnata e
di puntare su Waluiki che si ritiene non ancora in mano nemica,,,verso
le sette di sera reparti russi, equipaggiati in tuta bianca e, scambiati
dai nostri per tedeschi, attaccano e provocano gravi perdite alla 72a
batteria gruppo "Val Po'"…la 21a del "Saluzzo" si fa massacrare sul
posto e permette alla colonna di sganciarsi proseguendo il ripiegamento
verso Nowo Postojalowka.
Il 20
gennaio, la Cuneense incontra alcuni reparti
della Julia bloccati dai russi vicino a Nowo Postojalowka. Viene mandato
il battaglione "Ceva" e il "Mondovì" all'attacco del centro abitato, le
batterie del "Mondovì" vengono maciullate dai cingoli dei T34 russi, il
"Ceva" viene quasi completamente annientato. I russi intimano la
resa…Battisti rifiuta d'arrendersi, prima vuole tentare il tutto per
uscire dalla morsa..Il generale Battisti considera che prima
dell'imbrunire i russi possano ancora attaccarlo tra Nowo Postojalowka e
Kolkos Kopanki, decide quindi di mandare all'attacco il "Bordo San
Dalmazzo" e il "Saluzzo"…partono i due battaglioni, stanno per riuscire
nell'intento, cioè attraversando una dorsale tra due piccoli
villaggi…improvvisamente un violento fuoco di sbarramento infligge ai
due battaglioni pesanti perdite…Tutt'intorno arrivano carri armati
seguiti da fanteria russa…cadono oltre 1500 alpini.
Battisti, constatata
l'impossibilità di forzare senza armi anticarro la temutissima dorsale
tenta ancora la possibilità di sfuggire all'accerchiamento, i reparti
della Cuneense iniziano ad abbandonare le postazioni di Nowo
Postojalowka, ma le fanterie russe costituite da reparti siberiani (e
quindi a loro agio nel gelo e nella neve..) attaccano nuovamente ciò che
resta del battaglione "Mondovi", incaricato di proteggere il
ripiegamento e il fianco della colonna. Il "Mondovi" viene completamente
annientato.
Intanto i russi
attaccano alle spalle i resti del 2° Reggimento Alpini, in ritirata da
Kolkos Kopanki…Questa battaglia segna la fine della Cuneense e della
Julia, si stima che circa 13000 alpini caddero in questa terribile
giornata. Nella notte del 21 gennaio, la Cuneense riprende a
marciare, sono rimasti in duemila dei suoi e un migliaio di sbandati
provenienti da altri reparti, marciano per circa 20 ore consecutive,
raggiungono Postojalvyi, alle 20 sono as Alexandrowka dove c'è ancora un
piccolo presidio germanico.
Al mattino
del 22 gennaio, alle ore 7,30, la Cuneense si
rimette in marcia verso Nowo Karkowka; la sera dello stesso giorno
raggiungono le prime case del paese.
All'alba del
23 gennaio, la Cuneense riprende il
cammino…alle 14 del pomeriggio T34 russi attaccano la testa della
colonna e poi si ritirano verso Krawzowka, riprende la marcia che
termina a sera nel paese di Nowo Dimitriewka. Il generale Battisti
chiede ora il massimo sforzo ai suoi uomini, dicendo loro che più le
marce saranno lunghe, più alte saranno le probabilità di salvarsi. A
mezzanotte Battisti tiene a rapporto i suoi ufficiali, la proposta è:
marciare tutti insieme o cercare di uscire dalla sacca a piccoli gruppi?
La risposta è tutti insieme!
Alle due di notte
del 24 gennaio, riprende la marcia su due colonne, intorno alle 18,
il ripegamento prende la direzione verso sud per disporsi ad
attraversare il Kalitwa.
Tra l'alba e
le ore 8 del 25 gennaio le due colonne sono
raccolte a Rebalzin una e l'altra a Dechtjarna, in quest'ultima località
carri armati russi e artiglieria pesante aprono un fuoco violentissimo,
pesantissime le perdite…riprende la marcia, intorno alle ore 12 ciò che
resta della colonna si congiunge con l'altra a Rebalzin. All'imbrunire
dello stesso giorno, nuovamente in marcia verso Schukowo dove la colonna
si imbatte in una violenta bufera di neve e di vento gelido…la colonna
viaggia ora a duecento metri all'ora.
All'alba del
26, la bufera cessa, si forma una sola colonna
in direzione Waluiki…La Cuneense è ora in vista di Schukowo, dal
villaggio partono violente raffiche di mitragliatrici, il battaglione "Dronero"
conduce l'assalto alla baionetta e mette in fuga i russi.
Riprende la marcia
fino a sera senza disturbi, giunti nei pressi di Malakaiewe, altra
valanga di fuoco investe la colonna. La colonna viene nuovamente divisa
in due tronconi, uno sosta a Malakaiewe e l'altro a Solonzi.
All'alba del
27 gennaio riprende la marcia, nel pomeriggio
i due tronconi si riuniscono, giungono nei pressi di un villaggio dove i
russi li attendono, la colonna aggira il villaggio, nel contempo
squadroni urlanti di cosacchi vengono all'assalto con mitragliatrici su
slitte e una batteria da 122, offrono la resa, ma la Cuneense non vuole
arrendersi, il generale Battisti riponde per tutti con uno sdegnoso
rifiuto. Il "Dronero" nel frattempo si schiera per il combattimento
costringendo l'avversario a indietreggiare.
Spunta l'alba del
28 gennaio, la Cuneense è allo stremo, in dodici giorni e undici
notti ha percorso in ripiegamento circa 200 chilometri, ha marciato per
182 ore alla media di undici ore al giorno, ha sostenuto venti
combattimenti, ha perso l'90% della sua fanteria e più del 50%
dell'artiglieria…continua la marcia, appena superata la dorsale tra il
fiume Poltawa e il Walujki un violento fuoco di artiglieria scompagina
ciò che resta del Primo Reggimento, arriva al galoppo la cavalleria
cosacca, gli alpini la scambiano per cavalleria amica ungherese, corrono
verso di loro…i russi li avvolgono in un selvaggio carosello, li
stringono al centro. Il generale Battisti è in testa all'avanguardia,
quando, attraversando la strada ferrata, la cavalleria nemica sferra
l'ultimo attacco, si combatte all'arma bianca, non ci sono più
munizioni…è finita.
Nel Vallone
di Walujki Alle ore 5,30 del 28 gennaio 1943
vengono catturati gli ultimi ufficiali superstiti della Cuneense, nel
pomeriggio verranno presi gli ultimi alpini del "Borgo San Dalmazzo" del
"Saluzzo" e del "Mondovì".
Alla sera di quel
tragico giorno, anche il "Mondovì" depose le armi.
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La
fine del Battaglione Saluzzo
Il 18 ottobre il "Saluzzo"
presidia la zona di Staraja Kalitva sul Don, il fiume divide i due
eserciti, neanche un chilometro tra gli Alpini e i Russi. Il Battaglione
Saluzzo copre un fronte di sette chilometri, alla sua destra inizia con
la 23a (capitano Enrico Pennacini) compagnia e termina con la 21a
compagnia (capitano Chiaffredo Rabo di Sampeyre). Il Battaglione Saluzzo
è appoggiato dalla 72a batteria del gruppo Val Po' e dalla 4a batteria
del 2° Reggimento a cavalleria.
Il Battaglione Saluzzo è il punto di congiungimento tra il corpo
d'armata alpino e il 2° corpo d'armata di fanteria. Il Battaglione
costruisce velocemente e bene opere difensive ben fortificate. In venti
giorni costruisce trenta postazioni e venti ricoveri con finestre, porte
e stufe. Vengono costruiti profondi camminamenti protetti da reticolati,
fosse anticarro e posizionamento mine. A dicembre il Don è completamente
gelato, tra le due linee non esiste più lo sbarramento d'acqua. Il
termometro scivola a -30 sotto zero.
All'alba del 10 dicembre,
le vedette alpine osservano sull'altro fronte ammassamenti di truppe,
carri armati e artiglieria.
All'alba del 16
dicembre
i russi travolgono i fronti delle divisioni Ravenna, Cosseria e Pasubio.
Il 17
dicembre
riprende l'offensiva russa. Il 20 dicembre la divisione Cosseria
ripiega.
Il 23 dicembre
il "Saluzzo" respinge i russi.
14 gennaio 1943.
Il Corpo d'Armata Alpino è ancora sul Don, non ha retrocesso di un
metro.
Il 15 gennaio
i russi sfondano su altri settori, il generale Battisti capisce il
pericolo d'accerchiamento della sua Divisione. Chiede ai tedeschi
l'autorizzazione di ripiegare i suoi alpini urgentemente, ma i comandi
tedeschi non emettono l'ordine di ripiegamento. Nello stesso giorno i
russi irrompono su Rossosc, dove sono appena giunti due battaglioni
complementi degli Alpini…moriranno quasi tutti.
Nei giorni seguenti, i russi allargano l'offensiva verso nord. Al
mattino del 17 gennaio arriva l'ordine di ripiegamento della Cuneense;
verso sera alle ore 17 il battaglione Saluzzo inizia il
ripiegamento, temperatura -35 gradi sotto zero. La 21a compagnia è
l'ultima a lasciare il fronte, Alle ore 20 il battaglione giunge a
Topilo. All'alba del 18 gennaio la Cuneense è a Annovka sede di
magazzini pieni di alimenti; gli alpini si riforniscono di tutto quello
che possono portare.
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Un eroe della Cuneense...
Nella foto, il Capitano
Chiaffredo Rabo di Sampeyre (Valle Varaita - Cuneo),
medaglia d'argento al valor militare. Chiaffredo Rabo era il
comandante dell'eroica 21a Compagnia del Battaglione Saluzzo, 2°
Reggimento Alpini che, il 19 gennaio 1943, nei pressi di Popowka
si fece massacrare per permettere alla colonna in ritirata di
poter proseguire. Della 21a Compagnia del Battaglione Saluzzo,
facevano parte quasi tutti gli Alpini che provenivano dai paesi
dell'area Saluzzese: Saluzzo, Lagnasco, Villafalletto,
Savigliano, Racconigi, Scarnafigi, Verzuolo, Manta, Valli
Varaita, Maira e Po. Chiaffredo Rabo verso la fine di dicembre
del 1942, ottenne una breve licenza ed ebbe modo di ritornare
nella sua Valle Varaita a Sampeyre, nel frattempo gli
avvenimenti militari al fronte precipitarono, avrebbe potuto
nascondersi nella sua Valle in Provincia di Cuneo e non
ritormare al fronte, parenti e amici lo esortarono a rimanere,
ma Lui non poteva lasciare i suoi uomini e ripartì per la
Russia, caso volle che fu uno dei pochissimi sopravvisuti della
21a Compagnia...
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Il 19 gennaio
attacco di partigiani e truppe russe, trenta i nostri caduti. Il Saluzzo
seguito dal Dronero e dal Borgo San Dalmazzo continua la marcia di
ripiegamento, alle sedici del 19 gennaio, i battaglioni raggiungono
Popovka, gli alpini, sfiniti dalla stanchezza si rifugiano nelle isbe,
alle ore 23 i battaglioni vengono attaccati dai partigiani e viene dato
l'ordine di abbandonare il paese, la 21a compagnia parte al contrattacco
con bombe a mano e baionette, mette in fuga il nemico e recupera muli e
materiali. La 21a compagnia perde 50 uomini.
Alle due del 20
gennaio,
riprende la marcia in direzione Postojali per raggiungere gli altri
battaglioni della Cuneense che precedono il Saluzzo. A Postojali
preponderanti forze corazzate russe sbarrano la via del ripiegamento. Il
Saluzzo è radunato nella conca di kopanki.
Alle 12 del 20 gennaio, il generale Battisti ordina l'attacco per
aprirsi la via, alle ore tredici il Saluzzo e il Borgo San Dalmazzo si
lanciano sulle colline coperte di neve, il Saluzzo a destra il Borgo a
sinistra. La 21a compagnia del Saluzzo è subito massacrata dai cannoni
russi, dalll'altipiano scendono i T34 russi seguiti dalla fanteria
russa, la collina si copre dei nostri morti, la battaglia continua
finché con la forza della disperazione i nostri alpini mettono a tacere
i carri armati russi. Ma è solo una falsa vittoria, poco dopo giungono
altri carri armati..il Battaglione Saluzzo viene completamente
distrutto, poche centinaia i sopravvissuti , i gemiti e le implorazioni
dei feriti, sono strazianti, tutti moriranno congelati..In serata, il
comando della Cuneense raggiunge via radio il comando del corpo d'armata
alpino e chiede aiuto…Dei battaglioni Saluzzo e Borgo sono sopravvissuti
400 uomini. Le perdite totali della Cuneense dal primo giorno della
ritirata, ammontano ora a 8000 Alpini, le perdite maggiori, oltre al
Saluzzo e al Borgo sono nei battaglioni Ceva , Mondovì e Val Po' del 4°
Artiglieria alpina. I superstiti sono in totale, circa 4000.
Alla sera di
quel terribile 20 gennaio 1943,
i resti della Cuneense si rimettono in marcia dividendosi in due colonne
marciando verso ovest con il disperato tentativo di congiungersi con la
Tridentina.
Alle ore 16 del 21 gennaio,
la colonna dei resti del 1° Reggimento Alpini raggiunge Aleksandrovka, A
mezzanotte nuovamente in marcia fino alle 9 dove si raggiunge una conca
presso Novaja Harkovka, Il Ceva entra in combattimento con i russi; nel
pomeriggio intorno alle 15 la seconda colonna dei resti del 2°
Reggimento Alpini si congiunge con la prima colonna formando un'unica
colonna, è sera, quando la colonna giunge a Novaja Dimitrovka…
Sono le 10
del 19 gennaio 1943,
il generale Battisti si incontra in una casa di Popowka con il gnerale
tedesco Rheingold. I due generali prendono la decisione di abbandonare
la direzione di ripiegamento assegnata e di dirigersi su Waluiki.
Riprende la marcia, intorno alle 19 di sera, reparti russi in tuta
bianca vengono scambiati per soldati tedeschi, l'attacco viene sferrato
alla 72a batteria del gruppo Val Po' che viene sopraffatta. Interviene
la 21a compagnia del Saluzzo che viene letteralmente massacrata sul
posto col suo capitano Chiaffredo Rabo di Sampeyre, questo immane
sacrificio permette alla colonna di sganciarsi e proseguire per Nowo
Postojalowka. I russi continuano l'attacco senza dare tregua alla
Cuneense, a nulla vale abbandonare le strade o avventurarsi su itinerari
sconosciuti. Battisti non si dà per vinto, tenta tutti i modi possibili
per rompere l'accerchiamento, la Cuneense continua la marcia ed il
martirio combettendo senza speranze. Il giorno seguente, il 20
gennaio, all'imbrunire, la Cuneense si incontra con alcuni reparti
della Julia immobilizzati dai russi nelle vicinanze di Nowo Postojalowka.
Il Colonnello Manfredi, comandante il 1° Reggimento Alpini manda
immediatamente all'attacco il battaglione Ceva, l'attacco viene sferrato
nell'oscurità e si compie in vari tempi, enormi le perdite del Ceva.
Quasi simultaneamente parte all'attacco anche il battaglione Mondovì che
con le sue batterie d'artiglieria cerca, ma inutilmente, di contrastare
i carri armati russi, i quali scorazzano sulle nostre batterie
maciullando i nostri Alpini. I russi intimano la resa, Battisti rifiuta
e ordina al comandante del 2° Reggimento Alpini, colonnello Scrimin di
mandare all'attacco il Borgo San Dalmazzo e il Saluzzo, i battaglioni si
lanciano all'attacco nella neve alta e quasi stanno per farcela, ma da
una dorsale posta tra due piccoli villaggi, si scatena un violentissimo
fuoco d'artiglieria, i russi contrattaccano con enormi masse di fanteria
appoggiate da numerosi carri armati…e la fine, del Saluzzo e del Borgo
San Dalmazzo si salvano solo 120 alpini con pochi ufficiale, i due
Battaglioni sono scomparsi con oltre 1600 morti. Battisti tenta ancora
di sfuggire all'accerchiamento dirigendosi verso ovest, con l'intento di
congiungersi alla Tridentina, dispone in retroguardia i resti del
battaglione Mondovì, reparti siberiani sferrano nuovamente un violento
attacco, anche questo battaglione viene quasi completamente distrutto.
Continua l'attacco russo, i resti del 2° Reggimento Alpini, grazie al
sacrificio di una compagnia del Dronero, riescono a sganciarsi e a
dirigersi verso nord. Tragico il bilancio tra il 19 e il 20 gennaio
1943: quattro battaglioni di alpini distrutti, un battaglione di
fanteria, un gruppo di artiglieria da 75-13 e una batteria da 105-11.
Battisti alla sera del 20 gennaio si trovò solo più il battaglione
Dronero, il gruppo artiglieria Pinerolo, il battaglione Genio e i resti
dei battaglioni perduti. La marcia riprende con circa 2000 Alpini della
Cuneense e 1000 di altri reparti sbandati. In tre giorni di ripiegamento
la Cuneense perde circa 13000 Alpini.
è il 22 gennaio, poche ore di riposo e nuovamente in marcia per
Varvarovka. Nel pomeriggio nuovo attacco alla colonna da parte di carri
armati e fanteria russa. I resti del Dronero attaccano con bombe a mano
e distruggono dalla torretta cinque T34, riprende la marcia, a sera
inoltrata la colonna giunge tra Varvarovka e Seljakino, si riparte a
mezzanotte, l'ordine di Battisti è di marciare senza soste per
ricongiungersi alla Tridentina. La Cuneense si divide nuovamente in due
colonne, si dirige a nord-ovest attraversando la valle del Kalitva.
Al mattino del 24 gennaio, nuovi scontri con partigiani e soldati
russi, ma respinti dagli Alpini, dopo trenta ore di marcia, le colonne
giungono all'alba del 25 gennaio a Malakeeva. Si riparte il 26
gennaio, la Cuneense si avvia per Valujki dove, i russi tra questo luogo
e Nikitovka hanno concentrato enormi forze da rendere inutile qualsiasi
tentativo di sfondamento, è il 27 gennaio gli Alpini ritornano
all'attacco armati solo di fucili "91" e bombe a mano…dopo ore di
inutili massacri i russi vincono "il più forte soldato d'Italia" (cit.
Radio Mosca 1943)…
Dopo 10 giorni di ripiegamento e 200 chilometri di marce, morirono
13990 Alpini (di cui 390 ufficiali) su 20.460 Alpini (17460 + 3000
dei Battaglioni Complemento) qual'era l'organico della Divisione
Cuneense.
Nota importante. Per amore
della verità storica, voglio far presente che quel tanto enfatizzato
"Bollettino 630 dell'8 febbraio 1943", in cui Radio Mosca avrebbe
comunicato che
«Soltanto
il Corpo d’Armata alpino deve ritenersi imbattuto sul suolo di Russia»
è un falso inventato negli anni '60. La prova eclatante ci giunge
dallo stesso Rigoni Stern, il quale aveva fatto ricercare e trovare quel
Bollettino 630 senza aver trovato nessuna citazione del genere. Lo
stesso, commentando l'introduzione di un libro sui fatti degli Alpini in
Russia, cita: " Un poco imprecisa e a volte
sbrigativa ho trovato l’introduzione dove con sorpresa ho letto per vero
quel falso storico inventato in Italia al tempo della guerra fredda,
cioè quella citazione che dice: «Soltanto il Corpo d’Armata alpino deve
ritenersi imbattuto sul suolo di Russia» e che la nota esplicita: «Dal
Bollettino di guerra del Comando Supremo sovietico n. 630 dell’8
febbraio 1943». Mai loro si sono inventati di scrivere questa frase. (Ho
fatto ricercare e ritrovato quel bollettino e altri di quell’epoca e in
nessun testo risulta). Chi da noi l’ha scritta, e poi divulgata in mala
fede, ben poco sapeva di quella realtà: ben altro avevano da pensare i
russi con il passo delle Armate tedesche sul cuore!
".
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ORDINE DEL GIORNO
Del Comando Supremo
delle Forze Armate pel ritorno della Armata del Generale Gariboldi dalla
Russia
UFFICIALI,
SOTTUFFICIALI, GRADUATI E SOLDATI DELL'8A ARMATA!
Nella dura lotta
sostenuta a fianco delle Armate germaniche e alleate sul fronte russo,
voi avete dato innumeri, decisive prove della vostra tenacia e del
vostro valore. Contro le forze preponderanti del nemico vi siete battuti
sino al limite del possibile e avete consacrato col sangue le bandiere
delle vostre Divisioni.
Dalla "JULIA", che ha
infranto per molti giorni le prime ondate dell'attacco bolscevico, alla
"TRIDENTINA" che - accerchiata - si è aperta un varco attraverso undici
successivi combattimenti, alla "CUNEENSE" che ha tenuto duro sino
all'ultimo secondo la tradizione degli Alpini d'Italia, tutte le
Divisioni meritano di essere poste all'ordine del giorno della Nazione.
Così sino al
sacrificio vi siete prodigati voi, combattenti della "RAVENNA", della "COSSERIA",
della "PASUBIO", della "VICENZA", della "SFORZESCA" della "CELERE",
della "TORINO", la cui resistenza a Cerkowo è una pagina di gloria, e
voi Camicie Nere dei Raggruppamenti "23 Marzo" e "3 Gennaio", che avete
emulato i vostri camerati delle altre Unità. Privazioni, sofferenze,
interminabili marce hanno sottoposto a prova eccezionale la vostra
resistenza fisica e morale. Solo con un alto senso del dovere e con
l'immagine onnipresente della Patria potevano essere superate. Non meno
gravi sono state le perdite che la battaglia contro il bolscevismo vi ha
imposto; ma si trattava e si tratta di difendere, contro la barbarie
moscovita, la millenaria civiltà europea.
Ufficiali,
sottufficiali, graduati e soldati!
Voi avete
indubbiamente sentito con quanta emozione e con quanta incrollabile fede
nella vittoria finale, il popolo italiano ha seguito le fasi della
gigantesca battaglia e come esso sia fiero di voi.
Saluto al Re!
1 marzo 1943 - XX
MUSSOLINI
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